martedì 8 giugno 2010

SULLE TRACCE DELL'INVISIBILE





Voglio parlarvi di un libro che è molto attinente con gli argomenti che tratteremo qui su PsicoSinthesis.


"Sulle Tracce dell'Invisibile.


Trauma, destino e illuminazione nelle ricerche di Ferenczi, Hillman, Assagioli e la psicosintesi contemporanea"


di Gabriella Delmonte


Moretti e Vitali,2006






Si tratta di un bellissimo e ispirato confronto tra tre grandi psicologi che hanno, ognuno a suo modo, sperimentato la sensazione/conoscenza(forse gnosi) di un Sè che, lungi dall'essere vittima indifesa di un inconscio freudiano in loop, che ci fa schiavi di una ininterrotta sequenza di impulsi-rimozioni-traumi, splende, invece, luminoso come una stella, guida del nostro destino, Daimon, custode dei nostri specifici talenti.






Il lavoro di Sandor Ferenczi, James Hillman e Roberto Assagioli(e poi altri terapeuti, in particolare psicosintetisti, più recenti)viene riletto in un'ottica di somiglianza più che di differenza, tracciando un fil rouge di esperienza del Sè che tocca le corde dell'anima come ben pochi libri di psicologia sanno fare, specie quando si"perdono"nelle inevitabili e fisiologiche diversità culturali e temporali dei vari autori.


Qui invece,la Dott.ssa Gabriella Delmonte, l'autrice, riesce ad attraversare il simbolico bosco delle immagini(diverse)di questi tre grandi scienziati della psiche(mente-anima)senza mai perdere di vista il sole-guida della sintesi.






Più breve la parte dedicata a Sandor Ferenczi, psicologo clinico, ma ricchissima la descrizione del suo lavoro con una paziente, Elisabeth Severn, psicologa, che lo avvicinerà ad una percezione della natura dell'anima e delle reazioni di questa alle ferite ed ai traumi molto diversa dalla classica analisi Freudiana.


Ho trovato molto poetico il pensiero di Ferenczi(concepito verso la fine del suo lavoro clinico, proprio con questa paziente) in cui egli crede che una parte vitale dell'individuo, un "pezzo" di anima, si allontani FISICAMENTE ,nello spazio siderale, quando questi è colpito da un trauma precoce, da un abuso infantile che non può simbolizzare perchè troppo inaccettabile(abusi genitoriali) ed anche come , paradossalmente, da questo allontanamento, possa venire la sopportazione del trauma stesso che altrimenti costringerebbe l'anima delicata del bambino a volere la morte, ovvero, a ritornare da dove è venuta. Le ferite dell'innocenza , quando troppo precoci, verrebbero sopportate anche in questo modo.







I riferimenti alle sedute non inaridiscono la lettura ma, certo il libro dispiega tutta la sua poesia quando le sue pagine fanno parlare James Hillman .






Questo psicologo e filosofo(autore, tra gli altri, di un bellissimo libro che consiglio a tutti i visitatori di Psico-Sinthesis e che è "IL CODICE DELL'ANIMA", edito da Adelphi ), ci fa conoscere una realtà destinale,nella quale abbiamo scelto in un "prima" e in un "dove"precedenti al nostro spazio-tempo attuale, esperienze pr che , pur traumatiche o difficili, servono agli scopi ed ai talenti del Sè.Tutta la psicologia del trauma, delle ferite dell'anima, dell'identità violata, viene riletta dal FUTURO di quella stessa identità, in una visione dell'esistenza più ciclica che lineare:

è il POI che fa comprendere il PRIMA, e questo è, con le chiavi della "Psicologia(filosofia) Perenne", il modo di intendere ogni storia personale.






Per chi conosce la nuova fisica e le prospettive filosofiche del principio di indeterminazione di Heisenberg si aprono possibilità di "leggere"l'essere umano, l'individuo, con occhi nuovi.E' un guardare dall'alto e Hillman ci aiuta a capire perchè dovremmo sforzarci di prendere una scala.






Hillman ci parla di un nostro"compagno", il Daimon, che in molte filosofie gnostiche(anche cristiane) è stato chiamato "il Gemello", una controparte celeste e l'unione o meglio, la ri-unione con questo "doppio"è un mito archetipico delle religioni( le nozze mistiche, l'androgino, ecc.)e che Hillman porta in Psicologia.






Con le parole della Psicosintesi, diremo che si parla sempre del Sè.


Un Sè che viene di lontano ed è qui per qualche motivo, per fare ma ancora di più per ESSERE qualcosa.Qualcosa di unico che solo quel Sè è in grado di compiere e può farlo solo perchè ha vissuto alcune e non altre esperienze.






E' anche un invito, se leggo bene Hillman, ad andare sempre avanti da dove si è, con fiducia che anche quello sia un punto da cui poter partire.Il viaggio, può cominciare ovunque e in qualunque momento perchè il Daimon non smette mai di voler realizzare ciò per cui è qui, foss'anche riposare tranquillo dopo tanto peregrinare(sarebbe ad esempio la scelta possibile del Daimon di Ulisse...).
Pur con altre premesse(che sono l'orientamento "filosofico"di Psicosinthesis), allo stesso viaggio ci invita Assagioli e la sua psicosintesi, nata dalle "catene"della psicoanalisi(Assagioli fu il primo psicanalista in Italia, con il "mandato" di Freud)e dai limiti di quest'ultima che, esplorando senza fine un inconscio-cantina, non vede mai la luce. La psicoanalisi esplora l'inconscio per riportare indietro ad un "prima",ad un pre-trauma,su di un piano temporale e spaziale che è lineare, la Psicosintesi esplora l'inconscio per permettere alla volontà COSCIENTE, di scorgere dalla cantina, la luce dei piani superiori, che la psicoanalisi non presuppone necessariamente.
Questa luce sarà anche coperta dalle nubi della personalità "traumatizzata"(ma nella psicologia di un Hillman o di un Assagioli, e in generale in tutta la psicologia umanistica, TUTTI hanno una personalità traumatizzata, ancorchè siano sani da un punto di vista clinico), eppur non smette di illuminare una strada da percorrere, una mappa tracciata, forse,ancor prima dell'utero materno...


E' la luce che in PsicoSinthesis, squarciando le pagine dei testi religiosi dell'occidente(perchè non c'è niente in India o in Tibet che non sia stato anche qui), voglio che cerchiamo insieme.




Chissà che non ci ricordino da dove veniamo e perchè siamo... tornati?...

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